mercoledì 12 agosto 2015

Fiore Rosso Senza Nome: Il solco

Civati, Fassina, Cofferati e altri rappresentanti dell’ala di sinistra del PD sono fuoriusciti. Altri, come Bersani e Cuperlo, sono rimasti perché non vogliono che il partito si scinda. Ma ciò che nessuno sembra aver capito è che la scissione non dipende né da Civati, Fassina e Cofferati, né da Bersani e Cuperlo. La scissione è già in corso ed è quella della gente: gli elettori storici del PD, quelli che hanno seguito fedelmente per decenni i vari parti del “serpentone metamorfico PCI-PDS-DS-PD” – per dirla con Preve e Fusaro –, che si sono rifugiati nel M5S o, più spesso, nell’astensione.
Circolano sul web foto di tessere del PD strappate, buttate nel gabinetto, incartate di nero per il lutto. Io stesso ho parlato con ex segretari territoriali del PD, che hanno abbandonato addolorati, dopo anni di militanza attiva, il loro partito. Ciononostante, il PD renziano mantiene un elettorato abbastanza stabile. Ora, se la matematica non è un’opinione, ciò significa che l’elettorato del PD sta cambiando. E se l’elettorato cambia, assorbendo, in parte, quello che fu di Berlusconi, il motivo può essere uno soltanto: il contenuto è cambiato. Il tira-e-molla di Civati, Fassina, Bersani e Cuperlo va avanti da novembre. Già allora dissi che i primi due, seppur dopo un bel po’, sarebbero usciti, mentre gli altri due no. È andata esattamente così. E il motivo è semplice: tutti e quattro rappresentavano la sinistra interna del partito, ma Bersani e Cuperlo hanno una lunga storia che inizia con il PCI. Il PD è per loro un padre e un figlio, al tempo stesso. Sperano, prima o poi, di liberarsi di Renzi e riportare il partito sulla via giusta, cioè di sinistra (questa fa più effetto in inglese). Ma, purtroppo, si sbagliano. Di Renzi, il PD non si libererà per un bel po’; del renzismo forse mai. La trasformazione che ha attuato Renzi nel PD è simile a quella attuata da Tony Blair nel Partito Laburista – lo stesso Renzi, del resto, dice di ispirarsi a Blair. In poche parole, la strategia consiste nell’accentrare il partito per conquistare più consensi. Ma accentrare un partito di centro-sinistra significa renderlo di centro. Risultato: Blair ha stravinto varie volte le elezioni in Gran Bretagna, ma dopo di lui, con Gordon Brown, il partito è collassato. Questo perché leader come Blair o Renzi non rappresentano la linea di un partito ma un’idea di centro che potrebbe andar bene in qualsiasi grande schieramento politico: gli elettori non votano un programma ma un volto, un sogno, di cui il partito diventa semplice veicolo. Ma quando il sogno finisce, il veicolo si schianta. Quando, quest’anno, Ed Miliband, quasi marxista – suo padre lo è – ha riportato il Partito Laburista a Sinistra, abbiamo visto il trionfo del leader dei conservatori, David Cameron, che è riuscito ad ottenere, anche grazie alle posizioni anti-immigrazione, la maggioranza assoluta. Così si distrugge un partito di sinistra: svuotandolo di tutto e riempendolo solo di sé, lasciandolo un guscio vuoto quando ci se ne va. Chi abbandona il PD – iscritto, elettore, parlamentare, dirigente, militante – è un traditore? No. È un tradito. Non è lui ad aver cambiato la sua idea politica, ma il partito a non rispecchiarla più. Quindi, bando alle nostalgie, compagni del PD! La scissione c’è. È nella società. E non si tratta di un piccolo taglio ma di un solco profondo. E per il solco, non basta più del semplice collante. Se cercherete di essere il collante sprofonderete nel burrone. Ormai bisogna scegliere: da una parte o dall’altra. Se vi sentite ancora di Sinistra avete nuove strade da percorrere. Bisogna avere il coraggio per intraprenderle. Il PCI non c’è più da tempo e, probabilmente, non ci sarà mai più. Ma le idee, la forza, la passione sua e delle altre vecchie, gloriose forme di Sinistra (Democrazia Proletaria, il PdUP, ecc.) esistono ancora e, per la prima volta, potrebbero unirsi e creare, non una, ma la Sinistra italiana.


2 commenti:

  1. Sono d'accordo su tutto tranne che su un particolare. La nuova sinistra non può nascere come unione delle "altre vecchie, gloriose forme di sinistra" perchè la matematica le condanna a non entrare nemmeno in parlamento. Chi in passato ha votato PD, M5S o si è astenuto, in realtà ha già implicitamente espresso un rifiuto per queste "vecchie gloriose forme di sinistra" e chi ci dice che stavolta sarebbe disposto a cambiare idea, anzichè (la butto lì come mi viene) rivolgersi in massa al M5S????..... La nuova sinistra deve essere veramente qualcosa di nuovo, di diverso da tutto quanto è già stato rifiutato nonostante le nostalgiche glorie. Questo è il senso del "passo indietro per farne insieme due in avanti" che, non a caso, non è mai piaciuto ai nostalgicamente gloriosi vecchi e decrepiti attuali leaders della "sinistra non PD".

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    1. Non ho parlato delle strutture ma della forza, della militanza della vecchia Sinistra. Per quanto riguarda le strutture, i partiti devono partecipare al processo di formazione del nuovo soggetto di Sinistra. Basta con la frammentarietà. Per questo dicevo che, per la prima volta, la militanza di quella che fu DP può lavorare con quella che fu PCI (che poi era un po' il progetto originario di Rifondazione Comunista).

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