domenica 6 luglio 2014

Cattiva Domenica Episodio 1 - Musica: Senza pietà!

ATTENZIONE! LA RUBRICA “CATTIVA DOMENICA” CONTIENE UN’ELEVATA QUANTITA’ DI VIOLENZA E TURPILOQUIO. È LA VALVOLA DI SFOGO DEL BLOGGER. SE VI CI INOLTRATE NON TROVERETE IL COLTO AUTORE DEGLI ALTRI POST. QUINDI, C  E aE DISSE DANTE, “SE VI INCAMMINATE TRA QUESTI MOSTRI, POI SON SOLO CAZZI VOSTRI”.

È da un bel po’ che non scrivo sul blog. Sto scrivendo uno-due-tre romanzi che… Ma questi non sono cazzi vostri. Almeno non per ora.
Così dico: “Devo scrivere qualcosa sul blog…”
Ho in mente molte cose da scrivere. Però ho deciso di aprire una rubrica. “Cattiva Domenica”.
Ogni domenica, finché ne avrò voglia e tempo, scriverò delle critiche (umoristiche) contro qualcuno/osa.
E la cornice di tutto ciò sarà una storia a puntate, di cui non vi anticipo nulla.
Questa prima puntata la dedico alla musica. Credo. Ah, ecco: ogni puntata di Cattiva Domenica ha un argomento principale, ma non significa che si parlerà solo di quello.
Fine prologo/spiegone. Inizio Prima Puntata.

Franco aveva appena finito di perdere tempo su facebook.
«Cazzo, Aldo! Hai letto?»
«Cosa?»
«La Pausini!»
«Che è successo? “Greatest Hits” ha vinto un premio su Marte? O è ancora fermo all’Oceania?»
«Ma no, Aldo, no. La Pausini è andata a mare!»
«Be’? Qual è il problema, Franco? Pensavi avesse una spiaggia privata in un altro universo? È un essere umano, porcocazzo!»
Franco iniziava a spazientirsi.
«Porca troia, Aldo! Mi fai parlare?»
Aldo era visibilmente sbiancato.
«D’accordo, Franco! Calmati, porcocazzo!»
«Bene.» Franco ora era calmo. Sapeva che non sarebbe stato più interrotto.
«Dicevo… La Pausini è andata in spiaggia e si stava mettendo lo smalto. A lei e alla nipote.»
Aldo stava per pronunciare una battuta. Tipo: “E ‘sticazzi non ce lo metti?”. Poi si ricordò la precedente reazione dell’amico e decise di non proferire parola.
«Una signora vicina d’ombrellone gli fa: “La Pausini si mette lo smalto! Non sapevo avesse le mani! Con tutte le estetiste che ha (le avessi io, porca puttana!)! Che cafona!”. Tutto questo ostentando un catenone d’oro al collo.»
«Chi? La Pausini aveva la catenona?»
«Ma no! La signora!»
«La signora aveva un catenone d’oro al collo?»
«Ma no, Aldo! Era una mia aggiunta per far capire che lei è la cafona! Mi hai rovinato la battuta!»
«Ma porcocazzo, Franco! Sii più chiaro!»
Franco era molto nervoso. Prese la pistola dal cassetto e la caricò. Alla prossima interruzione avrebbe sparato. Un omicidio in più non gli avrebbe cambiato la vita.
Aldo si accorse dell’impazienza di Franco. Sapeva che quando si arrabbiava era incontrollabile. Non avrebbe più aperto la bocca.
Franco riprese, fingendo di non essere mai stato interrotto.
«Al che la Pausini dice: “Nella vita privata mi piace non avere nessuno a rompermi i coglioni! E quindi il fottuto smalto lo metto quando, come, dove e a chi cazzo voglio. È lei la cafona, signora del cazzo!”
Prima che me tu me lo chieda, Aldo: il turpiloquio americaneggiante è una mia aggiunta. Per rendere il tutto più interessante.»
Ma Aldo non gliel’avrebbe mai chiesto. Aveva troppa paura della reazione che potesse avere.
«Poi su Facebook, la Pausini ha detto: “Per rispondere a quella sogliola del mare (ahahahah, “sogliola del mare!”, capita, Aldo? Vaffanculo, Aldo!) dico che ho conosciuto molte fottute professioniste ma nella vita privata mi smalto da sola. Non ho nessuna estetista privata negra segregata nello sgabuzzino, legata alle catene. Capito, stronza?” Che te ne pare? La Pausini è una grande! È una persona umile che non vuole che gli si rompano i coglioni perché è troppo umile.»
«Mi spieghi perché l’hai romanzato così tanto?»
«Oh, ma questo non è niente, Aldo.»
«Comunque la Pausini continua a farmi cagare, Franco.»
«Ah, giusto. Tu preferisci la Oxa e la Pravo!»
«Quelle sono signore cantanti, porcocazzo!»
Franco scattò.
«Ma non mi rompere i coglioni, Aldo! La Oxa che dice che non la fanno andare a Sanremo per censurarla! Perché è una cantante scomoda! Ma se c'è stata una decina di volte?E poi scomoda de che? Ma chi se la caga? E anche se qualcuno la cagasse e lei dicesse qualcosa di scomodo neanche si capirebbe! Vabbé, lei dice che si ispira all'opera: per capirla ci vuole il libretto! È tanto presuntuosa senza contare un cazzo! Avesse avuto il successo della Pausini, perlomeno. E quell’altra, Patty Pravo! Che l’unico modo che ha trovato per lasciare il segno è attaccare la gomma al microfono! “Ah, oggi Patty Pravo è un po’ stonata!” Ma quando mai è stata intonata? Nei dischi un po’ di più. Chissà quante volte la facevano ripetere! Ammesso che fosse lei a cantare nei dischi!»
«Ma che dici, porcocazzo!?!  Sono due tra le più grandi artiste italiane.»
«Pensa come stiamo messi! Se pensi che…»
Ma qualcuno bussò alla porta interrompendolo. Aveva la pistola carica. La scaricò completamente contro la porta di legno sottile.
La porta cadde all’interno con un cadavere su di essa.
Aldo fissò il cadavere, scuro in volto. Non il cadavere. Aldo era scuro in volto. Cioè… forse anche il cadavere. Non è importante. Insomma… Aldo aveva capito chi era l’uomo appena ucciso da Franco.
«Porcocazzo, Franco! Era l’uomo del capo!»
Anche Franco diventò scuro in volto.
«L’uomo del Magno?»
«Sì, Franco! Sei una testa di cazzo! Era sicuramente venuto a dirci che erano pronti per il colpo!»
«Lui non mi è sembrato tanto pronto al colpo!» disse Franco scoppiando, poi, a ridere.
Aldo lo fissò serio. Stavolta era lui quello incazzato.
«Porcocazzo, Franco! Ma lo capisci in che fottuto casino ci hai ficcato, stronzo? Il Magno ci appenderà per le palle! Ci spaccherà il culo! Ci strapperà l’intestino, ce lo attorciglierà attorno alla gola e ci strozzerà facendoci annusare la nostra stessa mer…»
«Basta, Aldo! Ho afferrato il concetto!» lo interruppe Franco, sul punto di vomitare.
«Va bene, stronzetto! Domenica prossima, il Magno potrebbe venire qui! Hai tu una soluzione? Di’ di sì, perché sennò siamo fottuti, porcocazzo!»
«Forse, sì.»
Aldo sorrise speranzoso.
«Quale? Porcocazzo, dimmi quale?»
«Lo saprai domenica prossima, Aldo. Lo saprai domenica prossima…»