giovedì 31 ottobre 2013

Da Lanciostory a Saguaro: la ricca carriera di Luigi Mignacco con tante anteprime!

Dopo aver inaugurato il blog con l'intervista a Bruno Enna, incontriamo un altro autore storico del fumetto italiano: Luigi Mignacco, che ha esordito recentemente come sceneggiatore di Saguaro in questi giorni (il numero 19 è uscito il 25 ottobre). Come per Bruno Enna, anche per Luigi ci sono tante domande, alcune delle quali arrivano direttamente da L'ombra del falco - Il forum di Saguaro. Finalmente posso pubblicare l'intervista integrale ricca di anteprime su lavori futuri del grande Luigi (Color Tex, Le Storie, ecc...). Partiamo...


1) Dunque, Luigi... Innanzitutto grazie per esserti reso disponibile per l'intervista. La domanda da un milione di dollari: come nasce il tuo amore per i fumetti? Quanti anni avevi? Quali erano i tuoi fumetti preferiti?

Ho scoperto i fumetti a sei anni quando ho imparato a leggere. I primi personaggi che ho amato sono stati Batman Superman e quelli del mitico Corriere dei Piccoli: Lucky Luke, Bernard Prince, Blueberry, i Puffi, Valentina Melaverde e poco dopo Corto Maltese.
E tanti altri eroi del CdP ovviamente.

2) Come inizia la tua carriera fumettistica? Cosa facevi prima?

La “carriera” iniziò nel lontano 1981 quando mi telefonò Stelio Rizzo, direttore di Lanciostory, e mi disse che era interessato ad acquistare il soggetto “Non t’impicciare cowboy!” che gli avevo spedito per un racconto libero. Chiese se sapevo come si fa una sceneggiatura, me lo spiegò rapidamente e poi mi diede il via. Io avevo inviato qualche soggetto perché leggevo il settimanale e avevo notato che nella rubrica della posta il direttore rispondeva agli aspiranti sceneggiatori, di solito per bocciarli. Insomma, scrissi (con fatica!) questa breve sceneggiatura western e dopo pochi mesi mi trovai il racconto pubblicato, disegnato da Massimo Rotundo! Mi spedirono anche l’assegno, credo che siano stati i primi soldi “veri” che ho guadagnato in vita mia: perché avevo vent’anni e facevo lo studente, come ho continuato a fare per qualche anno dopo questo “debutto” fumettistico.

3) Prima di parlare della carriera nella SBE, raccontaci di tutte le altre tue esperienze lavorative e come sono iniziate.


Dopo il primo racconto per la Lancio ne scrissi altri. Intanto cominciai a collaborare con lo Staff di If di Gianni Bono, sede di Genova, per cui scrivevo storie disneyane. Ero studente di lettere a Firenze e leggevo molte delle riviste a fumetti che si pubblicavano nei primi anni ’80. Così mi presentai a Luigi Bernardi e proposi per la sua “Orient Express” un fumetto ambientato nell’America dei gangsters: “Il detective senza nome”, che fu disegnato ancora da Massimo Rotundo e pubblicato in molti paesi stranieri: Francia, Spagna, Brasile, Danimarca ecc. Fu il mio primo lavoro “firmato”. Dopo la Lancio, collaborai anche con la Universo (Intrepido), con il Giornalino e con Comic Art, presso cui pubblicai “Pam e Peter” disegnato da Zaniboni e “Corsaro” con Micheluzzi. Per il Giornalino ho realizzato la serie di fantascienza “Due Cuori e un’astronave”, disegni di Roberto Rinaldi.

4) Come sei entrato in contatto con la Bonelli? Qual è stato il tuo primo lavoro? Prima che ti accettassero una sceneggiatura quante ne avevi presentate?


Bonelli era diventato editore di Orient Express ma la rivista vendeva poco e dovette chiudere. Intanto, Gianni Bono ci disse che Topolino non aveva bisogno di storie per un po’, ma Bonelli cercava collaboratori per Mister No. Era il mio personaggio preferito! Invece di proporre i soggetti all’agenzia, bussai direttamente a via Buonarroti: dopotutto, tramite Orient Express ero stato “quasi” un loro collaboratore. Il direttore Decio Canzio fu gentilissimo, disse che avevano letto la mia storia del detective e m’incoraggiò a proporre soggetti. Ma me ne bocciò almeno una quindicina, prima di accettare il progetto più impegnativo: “Le Tigri Volanti”, dove intendevo raccontare la prima avventura di Mister No in guerra, quella dove il giovane eroe riceveva il suo “nome di battaglia”! La storia fu approvata anche da Sergio Bonelli, che decise – con la generosità e il coraggio che non gli sono mai mancati – di affidare il racconto delle “origini” del suo personaggio a un giovane sceneggiatore esordiente. Recentemente questa lunga storia, un vero “romanzo a fumetti” è stata ristampata (ed è disponibile, compratela!) negli albi nn. 72\73 della “Mister No Riedizione” dalle Edizioni If di Gianni Bono: un cerchio che si chiude!

5) Per Martin Mystère hai scritto una decina di storie (l’ultima delle quali, La Minaccia di Allagalla, è uscito il 10 ottobre) più alcune storie su Zona X. Sceneggiare il BVZM deve essere un lavoro molto complicato, specie per quanto riguarda la documentazione. Che differenza c’è rispetto allo sceneggiare altri fumetti?

Tutti i fumetti Bonelli richiedono un grande e accurato lavoro di documentazione. E ognuno ha un linguaggio suo, che lo differenzia dagli altri e che i lettori conoscono bene: la “voce” di Martin è diversa da quella di Dylan, di Zagor, del Dampyr, ecc. Nel caso del BVZM, poi, Informazione Intelligenza e Ironia sono le cifre (le tre “I”) che caratterizzano la serie e il suo autore. Insomma, è un lavoro impegnativo, perché anche i lettori sono molto esigenti! (n.d.r.: il blogger è uno di quelli!)

6) Parlaci proprio di quest’ultimo albo, La Minaccia di Allagalla. Esso rappresenta uno degli ultimi lavori del compianto Henry ed è "sequel" di una storia disegnata dallo stesso Bagnoli decenni fa e sembrerebbe essere un albo ricco di citazioni alla carriera di Enrico. Parlacene: com’è nata l’ispirazione, quando lo avete realizzato e se ci sono ancora altri lavori disegnati da Henry da pubblicare.
L’idea è nata dallo stesso Castelli, che mi propose di riprendere il primo fumetto disegnato da Enrico Bagnoli nel 1946: “Il terrore di Allagalla”, scritto da Federico Pedrocchi e pubblicato sul settimanale “Dinamite” della casa editrice Boschi. Alfredo mi diede da leggere l’albo in cui la storia era stata raccolta e insieme congegnammo un plot che fosse un omaggio affettuoso a quei fumetti dell’età d’oro e al tempo stesso una vicenda credibile per il lettore di oggi, tentando di riproporre la paura, la sorpresa e il sense of wonder di allora. Non è stato facile, abbiamo provato a farlo in modo non ingenuo, non nostalgico: se ci siamo riusciti lo direte voi. La storia non è un sequel ma un omaggio a quella di Pedrocchi. Henry l’ha realizzata con la consueta professionalità ma anche con la classe e con lo stile che gli hanno permesso di mantenersi “giovane” per quasi sette decenni. È stato un onore per me collaborare con lui, leggevo i suoi fumetti sul Corriere dei Ragazzi negli anni ’70, anzi ricordo il suo nome come curatore degli Albi Ardimento (Michel Vaillant, Dan Cooper, Ric Roland e tanti altri) e persino dei mensili Batman e Superman che furono fra i primissimi fumetti che lessi verso la fine degli anni ’60! La sua scomparsa… beh, si dice sempre “inaspettata” ma è proprio così, l’avevo sentito al telefono poche settimane prima, preciso e cortese come sempre mi chiedeva dettagli su un’altra mia sceneggiatura che stava realizzando. Questa storia purtroppo è rimasta incompiuta ma se verrà portata a termine, magari da Maurizio Gradin che ha degnamente collaborato con Bagnoli in questi ultimi anni, potrete leggerla. Il grande Henry, da “guerriero” del fumetto qual era, è caduto con la matita in pugno! Lo saluto con immenso rispetto, ma anche con l’affetto che lega un lettore a un artista che gli ha regalato tanti momenti emozionanti.



7) Sempre di recente (il 25 ottobre) è uscito un altro albo con il tuo nome tra gli autori: il numero 18 di Saguaro, fumetto seriale Bonelli ideato da Bruno Enna partito a Giugno 2012. Sei il primo sceneggiatore che lavora a Saguaro oltre ad Enna e per ora, come detto dallo stesso Bruno, l’unico. Come e quando hai deciso di scrivere per Saguaro? Sei stato tu a proporre un soggetto a Bruno o è stato lui a contattarti? Cosa ti è piaciuto di Thorn e quale aspetto delle sue avventure sottolineerai maggiormente nelle tue storie? 

Saguaro mi è piaciuto subito, è un personaggio che sento nelle mie corde. Un outsider che non punta al successo, si muove sulla linea di confine fra due mondi spesso in conflitto fra loro e, più che cercare una mediazione, bada a non farsi appiccicare un'etichetta di "amico" o "nemico", piuttosto cerca di definire e difendere la sua identità individuale. Il primo eroe Nativo della Bonelli a essersi conquistato il nome in cartellone, e non come pur validissima spalla. E poi ho apprezzato il lavoro di Bruno Enna da quando l'ho "scoperto" su Dylan Dog (confesso che ho perso un po' di vista Topolino e c., ma poi ho letto anche qualche sua bella storia disneyana). Insomma, quando Bruno e Michele Masiero mi hanno proposto di collaborare a questa testata ho accettato con entusiasmo. Saguaro mi ricorda molto Mister No, anche per l'ambientazione negli anni in cui è nato l'eroe bonelliano. E scrivere le sue storie mi è sembrato "facile", come se lo conoscessi da sempre... Anche grazie alla supervisione di Bruno, che mi ha aiutato nella comprensione psicologica di un personaggio che è molto sfaccettato e ricco di sfumature, come il popolo Navajo cui appartiene.

13) Saguaro è impostato in archi narrativi di più numeri intervallati da episodi singoli. Potrebbe capitarti, in futuro, di scrivere un intero arco narrativo? 

Non credo. Anche perché significherebbe tenere il personaggio lontano da chi l'ha creato per un arco di tempo troppo lungo. Invece mi piacerebbe collaborare con Bruno alla concezione di una sequenza di storie, scrivendole insieme o alternandoci. Ma non è una cosa in progetto, almeno per ora.  

E ora qualche domande direttamente da L'ombra del falco - Il forum di Saguaro:
14) _Zagrosky chiede: Hai proposto tu dei soggetti o sei stato invitato a farlo?
Mi hanno invitato e ho proposto.

15) _Zagrosky chiede: Puoi darci qualche anticipazione su tue storie future di Saguaro?

Una sarà ambientata fra i casinò di Las Vegas e vedrà il ritorno di una coppia di personaggi ideati da Bruno, che hanno riscosso molta simpatia fra i lettori (non vi dico chi, ma mi sa che indovinerete...) e un'altra nella Riserva, con la trama concepita come omaggio a un classico cinematografico dei '70: "Getaway"!

16) _Zagrosky chiede: Su Mister No furono scritte (anche da te) varie storie totalmente ambientate in guerra: è previsto anche su Saguaro almeno un albo del genere?
Non so, ma mi piacerebbe leggerlo. Quanto alle "mie" storie di guerra... Qualcosa bolle in pentola. Non sul Vietnam, ma sulla Seconda Guerra Mondiale. Leggete più avanti!

17) _Zagrosky chiede: So che stai scrivendo una sceneggiatura per un Tex color, a che punto sei e quali difficoltà hai incontrato nella scrittura del ranger ?
La sceneggiatura è finita. 32 pagine, ma è stata dura, ragazzi! Tex è un'icona, è difficile trovare la misura giusta, rispettare il personaggio e raccontare quello che vuoi dire. Mauro Boselli mi ha assistito con la sua grande professionalità e con la sua enciclopedica conoscenza del Ranger e del suo mondo.

18) _Zagrosky chiede: L'anno scorso è stata pubblicata su Zagor la famosa avventura-omaggio a Mister No che contiene al suo interno decine e decine di scene tratte da cover degli albi di Jerry e rivisitate da Ferri: come ti è venuta una simile idea? E cosa ti disse Sergio Bonelli al riguardo?

Moreno Burattini mi propose di fare la storia in cui Zagor arriva in Amazzonia per affidarla a Gallieno Ferri. Io ero felice di lavorare per la prima volta con il creatore grafico di Zagor, ma avevo anche ben in mente le sue copertine di Mister No: come tutti i fan del pilota nolittiano, per molti anni avevo sentito il loro "richiamo" avventuroso dalle edicole e avevo fantasticato sulle anticipazioni dell'albo successivo... Insomma, mi venne l'idea di scrivere la storia basandomi sulle copertine "amazzoniche", che sono un vero e proprio campionario di luoghi e situazioni dell'avventura. Parlai dell'idea anche con Bonelli, che borbottò un "Mmmh... Vedremo..." Lui non amava questo tipo di storie troppo costruite, cerebrali, ma credo che questo omaggio alla "golden age" del suo Mister No gli facesse piacere, sotto sotto. Costruire la vicenda sulle copertine fu impegnativo ma divertente, di scena in scena mi tornavano in mente le suggestioni di quelle immagini di Ferri. E comunque alla fine credo che sia venuto fuori un racconto "vero", molto nolittiano anche nella logica narrativa e nella psicologia dei personaggi: i disegni di Ferri, che io "vedevo" prima che li facesse, si sono portati dietro anche le atmosfere avventurose e drammatiche di Guido Nolitta. Mi spiace davvero molto che Sergio non abbia potuto vedere questa storia di Zagor disegnata e pubblicata!

19) _Zagrosky chiede: Tu hai inventato un personaggio, Robinson Hart, pubblicato con un buon successo su Zona X : non stai pensando ad un nuovo personaggio, magari per una miniserie ?

Beh, anche lì qualcosa di nuovo arriverà. Più che una miniserie, una mini-miniserie di tre o quattro albi. Avventurosa, mari del sud e Nuova Guinea, anni '20 del secolo scorso... Non fatemi dire di più!

20) thee chiede: Quale disegnatore disegnerà la tua storia per il "color Tex"? Qual è il soggetto?

Soggetto: Tex e Tiger sulle tracce dei desperados che hanno massacrato una famiglia di Hopi, su richiesta dei loro fantasmi ("Chiindii", in lingua Navajo... Come ben sanno i lettori di Saguaro!) che appaiono in sogno al pard indiano. Disegnatore: ve lo do in via "ufficiosa", manca qualche dettaglio all’investitura, ma dovrebbe essere... (pausa di suspense)... il virtuoso Luca Vannini, disegni e forse anche colori, pure lui al suo vero debutto con Tex!

 21) thee chiede: Tra tutti i disegnatori della scuderia "Saguariana", con quale/quali ti trovi più a tuo agio?

Ho un buon feeling con Marco Foderà, fra i nuovi, ma mi sono trovato bene con tutti quelli che hanno disegnato storie mie. Alcuni su Saguaro (Elisabetta Barletta, Italo Mattone), altri anche in Mister No e Dylan Dog (Valdambrini, Siniscalchi, Busticchi&Paesani... Spero di non aver dimenticato nessuno!).  

22) thee chiede: Hai in cantiere una sceneggiatura per la collana Le storie?

Un paio. Una uscirà in primavera, con bellissimi disegni di Paolo Raffaelli, intitolata “I Combattenti”. Pugilato e Seconda Guerra Mondiale: Londra 1940, il match fra due giovani pugili inglesi viene interrotto da un bombardamento tedesco, i due si arruolano uno in aviazione e l’altro in fanteria, nei cinque anni di guerra che seguono si incontreranno ancora varie volte, in luoghi e momenti diversi di quella immensa e interminabile tragedia planetaria, e riprenderanno il loro combattimento personale... Una sfida che diventerà leggenda. Lascio a voi dire a quale famoso racconto (e film) si ispira questa Storia. L'altra, cui sta lavorando il bravo Salvatore Pezone, è una cronaca "in diretta" della famosa Carica dei Seicento a Balaklava, raccontata quasi minuto per minuto. Titolo provvisorio "La carica infernale". Ricostruzione basata su documenti e testimonianze, tutti i fatti narrati sono accaduti veramente, anche se sembrano presi dalle pagine di un racconto d'avventura. Ma nella verità storica s'insinua un personaggio immaginario, che alla fine darà un senso a questa assurda pagina di storia militare. 

23) Come con Bruno Enna, in conclusione ti ringrazio per la tua disponibilità e ti chiedo di lasciarci con un messaggio per i giovani che hanno il sogno di lavorare nel mondo del fumetto in questo momento di crisi in cui le speranze sembrano, ormai, prive di ogni valore. Grazie ancora e alla prossima!

Io sento parlare di "crisi del fumetto" da quando ho cominciato a fare questo lavoro, più di trent'anni fa, ma in effetti questo è un momento davvero difficile, in Italia. Le vendite calano, gli spazi in edicola si restringono, soprattutto diminuiscono i lettori giovani e giovanissimi. In un momentaccio del genere, che messaggio positivo posso dare agli aspiranti giovani autori? Beh, io credo che il fumetto non morirà perché non è solo un mezzo di comunicazione legato a situazioni storiche e di mercato, è anche un linguaggio che incrocia parole e immagini, in qualche modo esisteva già prima della forma commerciale con cui lo conosciamo ed esisterà, magari in forme diverse, anche in futuro. Certo, il mercato cambia, in futuro forse ci saranno meno lettori, ma più maturi ed esigenti. Ci sarà più internet, nuove tecnologie e nuovi media, e un potenziale pubblico globale. Per i giovani, oggi, è oggettivamente più difficile entrare nel mondo del fumetto, ma credo che siano più attrezzati di noi "vecchi" di fronte ai grandi cambiamenti che ci aspettano.

Vorrei chiudere con un ricordo di Luigi Bernardi, scomparso prematuramente lo scorso 16 ottobre. Come ho detto nella prima parte dell'intervista (rilasciata quando ancora non conoscevo questa tragica notizia), lui fu il primo a pubblicarmi come autore, quando avevo poco più di vent'anni. Luigi fu un grandissimo talent scout, scoprì e pubblicò molti autori ben più importanti di me. Io gli sono e sarò sempre riconoscente per avermi fatto uscire dall'anonimato, per avermi dato dignità come scrittore di storie. Era un vero appassionato del fumetto, un uomo con un gusto e un'intelligenza rari. Forse oggi i giovani di talento non hanno bisogno di un Luigi Bernardi, di un editore che rischia per pubblicare quello che gli piace e che vorrebbe far conoscere al pubblico. Oggi c'è internet e potete pubblicarvi da soli. Se trent'anni fa Sergio Bonelli scopriva autori giovani (come me…) leggendo le riviste realizzate da colleghi coraggiosi come Bernardi, oggi Davide Bonelli e i curatori della sua casa editrice "navigano" su internet e i nuovi autori possono farsi notare da soli, o quasi. Ciao e un grande grazie a tutti voi!
 

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2 commenti:

  1. meno male che "Informazione Intelligenza e Ironia sono le cifre (le tre “I”) che caratterizzano la serie e il suo autore".
    Castelli non ti ha dato da leggere anche qualche albo passato di MM?
    http://agarthi.forumfree.it/?t=67197553&st=62

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